VIRTUSVECOMP - STERILGARDA CASTIGLIONE 1 - 1
Domenica 23 gennaio 2011
Stadio “Gavagnin-Nocini” di Verona
Ore 14.30
Lega Nazionale Dilettanti – Girone B
IV giornata di ritorno
VIRTUS VECOMP VERONA – FC STERILGARDA CASTIGLIONE 1-1
Virtus Vecomp Vr:
Fanini, N’Ze, Peroni, Allegroni (dal 43’ Micheloni), Boldrini, Rizzi, Bortignon, Rebecca (dall’88’ Pauletto), Tartabini (dal 79’ Caurla), Lallo, Odogwu.
Altri a disposizione: Bertacco, Tanasa, Bolcato, Atsina.
Allenatore sig. Fresco
FC Sterilgarda Castiglione:
Iali, Morandi (dal 54’ Dibelli), Ruffini, Sandrini, Ferretti, Ragnoli, Manzoni (dal 75’ Colosio), Arioli (dall’88’ Anesa), Girometta, Pace, Mazzali.
Altri a disposizione: Leonardi, Perrone, Ligarotti, Alji.
Allenatore sig. Crotti
Arbitro il sig. Risicoli di Nichelino (TO), coadiuvato dai sigg. Gennari e Kaza di Modena.
Marcatori: 55’ Pace, 59’ Rebecca (Virtus)
Ammoniti: N’Ze, Micheloni (Virtus); Ferretti, Girometta, Dibelli.
Calci d’angolo 4 a 3 per l’FC St. Castiglione
Recupero: 1’ (I) e 3’ (II)
Spettatori 250 ca. con compatta e colorata rappresentanza ospite.
NOTE: giornata fredda ma soleggiata, campo in buone condizioni. Durante il minuto di raccoglimento per la vittima italiana in Afganistan, la curva dei locali dava le spalle al campo in segno di protesta.
Il commento di Ernesto Valerio:
RIGORE E’ QUANDO ARBITRO …
… fischia, diceva il buon Boskov. Il problema, a quanto leggiamo e vediamo domenicalmente, è che per lo Sterilgarda Castiglione fischia veramente poco. E male.
Quando, ad una manciata di minuti dalla fine, Ferretti veniva platealmente spintonato in area avversaria al momento di colpire di testa verso la rete, il rigore era immediatamente apparso a tutti (locali ed ospiti) come netto. Al vedere e sentire, invece, il lassez faire del fischietto torinese, è uscito forte e spontaneo dalla gola dei numerosi castiglionesi presenti l’urlo strozzato di un “BASTA!”: l’avevamo scritto qualche settimana fa di questa percepita stanchezza rossoblu nel dover puntualmente, a fine gara, andare a contare gli episodi a sfavore decisi della terna di turno. Ingenua speranza, forse, quella di poter arrivare a far sentire voce e diritti con questa piccola rubrica, ma era un modo come un altro (come quel grido, “basta!”), per non restare con le mani in mano. Per non rimanere inerti e spaesati come l’alunno che arriva nella nuova classe a metà anno: avevamo accettato in silenzio di “subire” lo scotto della categoria nuova, ma già allora la pazienza era in fase di esaurimento. Figurarsi ora, dopo Mantova e Verona. Facendo due conti della serva, i punti che mancano alla classifica rossoblu, oramai, toccano i dieci. E su un complessivo di ventisette in dote, il peso che assumono diventa insopportabile.
Ma veniamo a noi. Smaltita la rabbia, cerchiamo le ragioni di questo punto: un campo stretto e particolare quello di Borgo Venezia, con un tifo di casa passionale e … impegnato, per utilizzare un eufemismo. Gradinate corte ed attaccate alla riga laterale, con la claustrofobica sensazione di giocare su un rettangolo verde più piccolo. La paura di due squadre con la consapevolezza di come una sconfitta potesse significare l’apertura di un baratro sotto i piedi. Una, ahinoi, ritrovata ingenuità sottoporta, con un paio di colpi da k.o. sprecati. La traversa di Pace, su punizione, a pochi secondi dalla fine…
Insomma, possiamo elencare e tirar fuori un lungo elenco di cause, ma a guardare i risultati della giornata odierna, si resta ancora una volta “sconcertati” dalla facilità con cui le partite vadano a chiudersi con punteggi mai pronosticabili: tutto stagna, quindi, le posizioni restano identiche e sono pochi gli avvicendamenti. E quindi, ci portiamo stretti stretti e in silenzio questo punto a casa, certi che verrà buono a fine stagione.
Domenica arriva l’Alzanocene, 4 punti avanti a noi ed una rosa che, nonostante le difficoltà iniziali, ha saputo trovare il ritmo di marcia che compete ad una squadra blasonata e di esperienza come quella bergamasca. Si sente la necessità di dare una identità a questo campionato ed un obiettivo da qui alla fine della stagione: lo scontro diretto contro chi ci guarda da poco più in alto, può essere davvero una delle ultime chiamate alle armi valide per la vittoria.
Io, personalmente, ci credo.